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Non si hanno notizie sulla fondazione del paese, ma è verosimile che potesse esistere un borgo già prima del mille vista anche la posizione geografica favorevole e strategica sulla via che raggiunge il mare (da cui giunsero anche scorrerie dei saraceni): in questo periodo era sotto l’influenza dell’importante monastero sorto su volontà del re dei longobardi Liutprando in località Grazie di San Bovo di Castino. Decaduta progressivamente l’importanza del monastero per grave contrazione delle vocazioni, tanto da arrivare al suo abbandono, per Benevello ha inizio lo stesso destino degli altri paesi di Langa soggetti alla dominazione di feudatari in continua lite tra loro. Una prima traccia del borgo risale al 1200, quando viene documentato il suo passaggio sotto la proprietà del Marchese del Carretto, importante signore di Cortemilia. Le fonti storiche non riportano significativi eventi legati al paese, cosa che stupisce vista la posizione strategica, e l’assenza di un vero centro storico fa pensare che i popolani fossero piuttosto distribuiti nelle campagne che uniti in un agglomerato urbano. E’ documentato il passaggio al conte di Asti e, nel 1631 con il trattato di Cherasco, Benevello entra a far parte dei possedimenti di Vittorio Amedeo 1° di Savoia. Ci saranno ancora diversi passaggi di cui non sappiamo quanto fossero coscienti i contadini: si ricordano i conti Prandi di Alba e la Chiesa di Saluzzo. Stessa sorte toccherà al castello costruito sulla sommità della collina su cui sorge il centro del paese. Esso è nato come fortificazione e fu costruito dai fratelli Simonino e Pietro su commissione dei marchesi Falletti nel 14° secolo. Nei numerosi passaggi di proprietà subì molti rimaneggiamenti che ne fecero perdere le caratteristiche militari difensive , trasformandolo in residenza nobiliare di campagna. Nel 1881 è stato acquistato dal beato Faa di Bruno con lo scopo di dare vita ad un collegio femminile destinato alla formazione professionale di ragazze povere di Langa e successivamente a pensionato femminile, sotto la gestione delle suore del Suffragio. Dal 1984 è occupato da una Comunità per il recupero di ex-tossicodipendenti di don Piero Gelmini che da subito ha trovato la positiva accoglienza del paese.
Negli ultimi anni Benevello ha saputo reggere alla fuga dalle campagne dando vita a una vivace economia artigianale che ha affiancato la tradizionale vocazione agricola concentrata nel settore dell’allevamento dei vitelli (il 2003 ha festeggiato la 25° fiera zootecnica). Altrettanto interessante è l’aspetto turistico sia per la straordinaria finestra sul Piemonte che si apre passeggiando per il paese e per i sentieri limitrofi sia per le offerte sportive ed enogastronomiche che si trovano. Non mancano, anche se bisogna difenderli con i denti, i servizi primari (scuola dell’infanzia ed elementare, ufficio postale, scuolabus, campi sportivi) e buoni esercizi economici che fanno di Benevello un bel posto in cui vivere.
Personaggi Illustri: VENERABILE SERVO DI DIO MAGGIORINO VIGOLUNGO
Maggiorino Vigolungo nasce a Benevello il 06/05/1904 da famiglia contadina semplice ma di saldi principi. Il papà Francesco è vedovo di Rosa Proglio che gli ha dato un figlio, Giovanni nato nel 1893. Dalla seconda moglie, Caldelara Secondina, di Benevello, oltre che Maggiorino avrà altri tre figli: Rosa nata nel 1901, Pierina, nata nel 1908 e Secondino nato nel 1910; nasceranno purtroppo morti anche due gemelli nel 1912. Il bimbo si presenta subito irrequieto, vispo e autoritario, caratteristiche che lo accompagneranno sempre e che lui saprà utilizzare per nobili scopi. Frequenta le scuole elementari, fa la 1° comunione e la cresima a Benevello. Si segnala per zelo e passione a don Luigi Brovia, attento sacerdote del paese, e col desiderio positivo di primeggiare in tutto alla maestra Maria Pasinero. Essa dirà ai genitori che il bambino, intelligente e vivace com’è, sarà o un brigante o un santo. Pervaso da misticismo e amore totale verso Gesù decide molto presto di seguire una regola ascetica di vita totalmente dedicata alla preghiera e al lavoro. Lo nota subito anche don Alberione, fondatore dei Paolini, durante i suoi soggiorni a Benevello: tramite lui il ragazzo conosce la Scuola Tipografica Piccolo Operaio appena fondata dal sacerdote ad Alba per diffondere la parola di Dio e della dottrina della Chiesa mediante gli strumenti della comunicazione sociale. Si dedica a questo compito dal 1916 associando il lavoro alla formazione scolastica per diventare sacerdote , prodigando in entrambe le attività sempre il massimo impegno. A 16 anni si ammala di pleurite che nonostante le cure, anche dolorose, dopo due mesi si complica con una meningite fulminate che lo porta a morte il 27/071918. In questi mesi di malattie la sua massima sofferenza era di non poter fare la comunione e di lavorare alla Stampa mentre con gioia aveva accettato la possibilità di morire perché questa era la volontà di Gesù che avrebbe presto incontrato. Ci piace ricordare il suo motto “progredire un tantino ogni giorno” che egli praticava quotidianamente con l’obiettivo di farsi santo, rendersi sacerdote di Gesù, salvare anime e diventare apostolo della stampa . Dal 1963 le sue spoglie riposano nel tempio dedicato a San Paolo ad Alba. Inizia da subito la devozione verso la sua figura e presto si associano guarigioni inspiegabili. Nei primi anni sessanta comincia la causa di beatificazione che giungerà il 28 marzo 1988 a riconoscere a Maggiorino Vigolungo il titolo di VENERABILE e degno di devozione.
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